Lottizzazione: il M5S non farà sentire la sua voce in Rai

Rai Libera
ROMA, 13/12/2000 NELLA FOTO Il Cavallo Rai appena restaurato Foto- RAVAGLI/INFOPHOTO

In questi giorni i media stanno rilanciando la notizia, data dal Presidente Conte con una conferenza stampa, per cui il M5S non parteciperà più ai programmi Rai.

Come è normale che sia, i commenti sono stati i più vari, sia tra i giornalisti, che tra i cittadini. 

E’ una scelta forte, che è stata presa dopo attenta valutazione, condivisa con tutti noi membri della Commissione di Vigilanza Rai, con i capigruppo di Camera e Senato e con la delegazione governativa del M5S. 

Una Rai libera dalla politica

Da sempre ci battiamo per una Rai che sia libera dalla politica. Il Servizio Pubblico è una ricchezza culturale preziosa per l’Italia e non può diventare terreno di propaganda. I cittadini hanno diritto ad essere informati correttamente, senza essere vittime di strumentalizzazioni o peggio, di vere e proprie distorsioni della realtà, operate da un direttore, un autore o un giornalista che risponde ad una precisa forza politica.

Nel corso degli anni si è sempre parlato di lottizzazione: apparentemente tutti vorrebbero superare questo modello, ma le parole non si sono mai concretizzate in fatti. Solo il M5S ha dimostrato di voler davvero una Rai libera e indipendente.

Come sapete, da soli, non abbiamo la maggioranza per governare o approvare provvedimenti. Ci avevamo provato già durante il governo Conte I, presentando una proposta di riforma della governance. Un disegno di legge che viene da lontano, presentato nella scorsa legislatura alla Camera da Roberto Fico. Dopo ben 3 anni dall’inizio della legislatura, oggi il nostro disegno di legge, che porta la prima firma di Primo Di Nicola, è finalmente incardinato in Senato, dove siamo gli unici a sostenerlo. Abbiamo impiegato 3 anni affinché i partiti permettessero di avviarne la discussione in Commissione “Lavori pubblici e Comunicazioni” del Senato, dove è stato finalmente incardinato (cioè si è ufficialmente avviata la discussione sul provvedimento), il 15 settembre 2021. Da allora è fermo. Nessun partito ha interesse a portarlo avanti. Nessun partito ha interesse a sbloccare l’iter di esame.
Se ci saranno, potrete seguire tutti gli aggiornamenti qui.

Lottizzazione: no, grazie!

In attesa di poter finalmente cambiare i meccanismi di nomina dei dirigenti Rai, abbiamo dimostrato con i fatti che non siamo interessati alla lottizzazione. Ad inizio legislatura, infatti, come forza di governo e primo partito di maggioranza, siamo stati chiamati ad indicare dei nomi, ad esempio per gli incarichi di Amministratore Delegato e di direttore del Tg1. I meccanismi di nomina erano, e sono tutt’ora, disposti dalla riforma voluta da Renzi nel 2015 e da un meccanismo di prassi più o meno consolidato.

Il M5S ha sempre proposto nomi di alto profilo, del tutto indipendenti. Ed infatti abbiamo ricevuto molte critiche sul fatto che “non avevamo scelto uomini nostri”. Era proprio ciò che volevamo!

Fabrizio Salini, indicato come Amministratore Delegato, ha proposto un piano industriale rivoluzionario, che avrebbe davvero ammodernato la macchina del servizio pubblico. Ovviamente il piano è stato fortemente ostacolato e poi, purtroppo, l’emergenza Covid lo ha definitivamente bloccato.

Giuseppe Carboni, indicato come direttore del Tg1, in questi anni ha portato il primo telegiornale italiano a crescere di 2 punti percentuali negli ascolti. Un risultato più che positivo, il migliore.

Sono nomine che hanno arricchito l’azienda pubblica e da cui il M5S non ha tratto alcun vantaggio.
Mentre altri si spartivano l’informazione, bloccavano la nostra proposta di riforma della governance Rai, ci attaccavano strumentalmente ad ogni occasione, noi abbiamo dimostrato che non serve una legge per liberare la Rai dalla morsa della politica: basta volerlo. E purtroppo siamo gli unici a volerlo.

Le nomine di Fuortes

Scaduto il precedente Consiglio di Amministrazione Rai, si è insediato il nuovo gruppo dirigente dell’azienda, guidato dall’Amministratore Delegato Carlo Fuortes, di diretta nomina governativa. Spetta quindi proprio a Fuortes indicare i nomi dei nuovi direttori Rai.

Fuortes dapprima si è sottratto a qualsiasi confronto nelle sedi istituzionali, rinviando sia l’incontro chiesto dai Consiglieri Rai, che una seduta già convocata della Commissione di Vigilanza. Successivamente ha scelto di proporre nomi che rispondono alla solita, vecchia, logica della lottizzazione. Rendendo, ancora una volta, la Rai schiava della politica.

All’interno di questo contesto, appare poi surreale che, pur decidendo di voler applicare una logica spartitoria, l’Amministratore Delegato abbia comunque deciso, con chirurgica precisione di tener fuori una sola forza politica: il partito di maggioranza in Parlamento, ossia il MoVimento 5 Stelle. Come a dire: “la Rai è un affare nostro, la controlliamo noi e non vogliamo nessuno tra i piedi”.

Sono decisioni che lasciano sconcertati e che danneggiano i cittadini, minacciando il loro diritto ad un’informazione libera, plurale e corretta. Ecco perché il Movimento 5 Stelle ha deciso di non partecipare ai programmi del servizio pubblico. E’ una scelta forte, che facciamo nell’interesse dei cittadini, perché meritiamo un servizio pubblico libero da logiche politiche.

E’ proprio con tutti voi che vogliamo rilanciare, con ancora più forza, la nostra proposta di riforma. Come ha detto Giuseppe Conte stiamo pensando ad una grande campagna per raccogliere le firme e trasformare la nostra proposta in una legge di iniziativa popolare.
Abbiamo bisogno del vostro aiuto: una sana pressione popolare per togliere finalmente il servizio Pubblico dalle mani della politica.

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