Parità di genere: dobbiamo accelerare. Il lockdown ha aggravato il carico di lavoro delle donne

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Il lockdown e la crisi che ne è seguita hanno aggravato il carico di lavoro che è ancora demandato per la stragrande maggioranza alle donne. Dalla cura dei figli e dei genitori anziani alla gestione della casa, fino all’impegno totalizzante del caregiving a persone con disabilità. Molte donne stanno rinunciando al lavoro, in una situazione di occupazione femminile già ai minimi europei. E contemporaneamente sono aumentati i casi di violenza domestica. È ora di accelerare sulla parità di genere e promuovere un profondo cambio di mentalità.

Il carico di lavoro delle donne è ancora invisibile

Divise tra famiglia e lavoro, palestra e spesa, tra il corso di nuoto dei figli e le riunioni fiume. E’ il mito inarrivabile della super mamma e super lavoratrice, che nella realtà costa alle donne incredibili sacrifici e rinunce. Un’idea di femminile che è completamente slegata dai tempi che corrono e che non fa bene alla nostra società. 

Purtroppo le donne continuano a pagare cara la loro indipendenza. La conciliazione fra vita lavorativa e impegni familiari è un’equazione complicata, spesso impossibile, che sono chiamate a risolvere da sole, senza l’aiuto dei propri mariti, compagni, parenti e soprattutto senza un supporto concreto da parte delle istituzioni.

Il lavoro di cura, ad esempio, rappresenta un carico enorme, che ancora non viene riconosciuto in quanto tale, ed è quasi totalmente sulle spalle delle donne. E così le donne lasciano il lavoro, quando invece rappresenterebbero una risorsa preziosa. E lo fanno anche perché a parità di mansione è l’uomo a guadagnare di più. Alla faccia della parità di genere…

Dobbiamo riconoscere l’importanza del caregiving

È, quindi, fondamentale riconoscere il carico di lavoro delle donne, che non è solo fisico ma anche mentale. La cura dei figli, degli anziani, della famiglia e della casa in generale, non deve più essere il fardello invisibile delegato esclusivamente al mondo femminile. Il caregiving deve essere anzitutto condiviso dagli uomini (mariti, padri, compagni, fratelli) e poi riconosciuto come un punto fondamentale del welfare sociale. Solo così si otterrà una vera parità di genere.

In quest’ottica la ministra Azzolina ha infatti proposto di valutare l’istituzione di incentivi ai padri, per permettergli di rimanere a casa al posto delle madri, in caso di quarantena della classe dei figli.

Nessuna donna deve più essere lasciata sola. 

La parità di genere è uno degli obiettivi di questo Governo

Solo in questo modo il nostro Paese può finalmente accelerare verso la parità di genere, creando le condizioni affinché le donne possano tornare a lavoro e abbattendo i dati sconfortanti della disoccupazione femminile. Una società che dà il giusto sostegno a tutti i suoi cittadini, creando il giusto spazio sia per gli uomini che per le donne, sarà infatti una società completa, felice e prospera.

Non solo: è fondamentale che alle donne sia garantito pari accesso alle posizioni strategiche, apicali e di potere. Infatti, se in teoria, rispetto a qualche decina di anni fa, gli ostacoli più evidenti alle carriere femminili sono stati rimossi, rimane invece l’impedimento più difficile da sradicare: una mentalità ancora arretrata che lega la gestione del potere all’autorità e al comando declinati al maschile.

A partire dalla parità salariale, su cui in Italia siamo davvero indietro rispetto all’attenzione riservata a questo tema nel resto d’Europa. Il Global Gender Gap Report 2020 – organo internazionale che si occupa di monitorare il pay gap, cioè la disuguaglianza retributiva fra uomini e donne – riporta che l’Italia è scesa dal 70° al 76° posto mondiale nella classifica dei Paesi che attuano la parità salariale. Una donna italiana guadagna in media circa 17.900 euro l’anno rispetto ai 31.600 maschili e a fronte di molte più ore lavorate, perché viene pagata proporzionalmente meno e fa molto più lavoro non retribuito di un uomo (lavori domestici, cura dei figli, ecc.).

Dobbiamo ricordare che il compito della classe politica e dirigente è condurre il Paese verso il progresso e la modernità, non cavalcare, come fanno alcuni, gli istinti peggiori della pancia degli elettori. 

Per questo è stata importante anche la presa di posizione del Governo che ha imposto, tramite decreto, alla Regione Puglia il vincolo della doppia preferenza in fase elettorale, con l’auspicio del presidente Conte affinché questo provvedimento si trasformi in una legge stabile.

Verso la parità di genere: deve cambiare il linguaggio, solo così cambieremo la mentalità arretrata di questo paese

Per accelerare questo processo, il primo passo è smettere di parlare di angeli del focolare, di delitti passionali, di sconosciute mogli di illustri personaggi, di passi indietro e di lato. E’ indispensabile cambiare il linguaggio con cui ci si riferisce alle donne e alla società in cui viviamo. Dobbiamo lasciare spazio ad una nuova visione del mondo, più inclusiva e partecipata.

🔵 Questa mattina ho presentato un’interrogazione alla Rai per chiedere maggiore attenzione nel veicolare informazioni…

Pubblicato da Francesca Flati su Martedì 28 gennaio 2020

Anche per questo il mio impegno come capogruppo del M5S nella Commissione di Vigilanza Rai è fortemente volto a monitorare e segnalare le inadeguatezze di certa informazione proprio nei confronti delle donne. Sono infatti intervenuta in diverse occasioni, sottolineando l’uso di un linguaggio inadeguato per parlare di femminicidi e recentemente ho segnalato il grave errore del TG2 che ha confuso la RU486 con la pillola del giorno dopo, dimostrando – come minimo – grande pressappochismo nei confronti della salute di tutte noi.

Fermare la violenza sulle donne 

Le conseguenze di queste forti disparità fra uomini e donne hanno poi delle derive ancor più drammatiche. Questa mentalità retriva e oppressiva, infatti, sfocia spesso in casi di violenza. 

Il fenomeno della violenza sulle donne è una piaga che getta vergogna sulla nostra società. Durante i mesi passati, come segnalato dai centri antiviolenza, questi casi sono aumentati visto che le donne sono state costrette in casa con i loro aguzzini, che come sappiamo nel 90% dei casi sono parenti, mariti, compagni, ex compagni, fratelli. Ma nonostante l’inasprirsi del fenomeno, le denunce sono diminuite per via del lockdown.

Solo attraverso un cambiamento radicale – e oramai non più rinviabile – sarà quindi possibile fermare veramente e definitivamente la violenza sulle donne.

Una donna libera dal carico lavorativo fisico e mentale legato alla cura, con un impiego in cui è valorizzata, che percepisce il giusto compenso, in una società che riconosce gli ostacoli che deve affrontare, beh, questa donna sarà sicuramente più capace di liberarsi dal giogo della violenza domestica.

Ecco perché il cambiamento che propone il Movimento 5 Stelle è una vera e propria rivoluzione. Verso la parità di genere e contro ogni dannoso stereotipo.

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