Amadeo Giannini, il banchiere filantropo che ha fondato la Bank of America

Amadeo Giannini
Amadeo Giannini, fondatore della Bank of America

Voglio raccontarvi la storia di Amadeo Giannini, banchiere italo-americano, figlio di immigrati liguri, che ha fondato una tra le banche più importanti al mondo, la Bank of America.

Lavorare per le persone e non per il profitto: questa semplice regola è stata la sua fortuna.

Gli istituti di credito possono e devono essere organismi al servizio delle comunità, e non meri strumenti di profitto e speculazione. Giannini infatti credeva che le banche non dovessero arricchirsi ma contribuire a creare ricchezza, offrire servizi a tutti i cittadini, non solo ai ricchi. Aiutarli nei loro progetti e nelle loro necessità, anche solo con la garanzia delle parola data. 

Gli inizi con la Bank of Italy

Amadeo Giannini nacque a San Josè, California, nel 1870. Perse il padre a sette anni, ucciso da un dipendente per via di un debito di un solo dollaro. Crescendo iniziò a lavorare con il patrigno, un impresario agricolo, fino ad entrare come dirigente a 22 anni nella Columbus Saving and Loan, una banca di S. Francisco. Ma ben presto Amadeo capì di trovarsi in contrasto con la dirigenza, perché la Columbus prestava denaro solo ai più abbienti e ai nativi americani almeno da due generazioni, escludendo gli immigrati e i loro figli. Questo approccio era contrario alla sua filosofia, anche perché Amadeo sapeva che quelli che la maggior parte dei banchieri vedeva solo come una massa di diseredati, sarebbero stati in realtà la colonna portante della crescita della California.

Così Amadeo Giannini si dimise e fondò la Bank of Italy nel 1904:

Io credo, sono fortemente convinto, che le banche, anche questa banca, abbiano una funzione sociale, che siano il traino dello sviluppo della nazione. Le banche devono diventare la forza nella quale la società economica può far conto per iniziare o allargare la propria attività, le banche devono guidare lo sviluppo, perché così facendo si creeranno nuove opportunità, nuovo lavoro per chi oggi ne è senza, e quindi nuovo lavoro anche per le banche. Io non vedo, in questa città e neppure negli altri Stati, nessuna banca che è disponibile a finanziare nuove attività economiche e questo io lo ritengo sbagliato. Sono perfettamente conscio dei rischi a cui si andrà incontro, ma ho grande fiducia e sono certo che in questo modo la nostra banca potrà avere quella funzione economica e sociale di cui il nostro paese ha bisogno”.

Il terremoto del 1906

L’apertura del credito anche alle fasce meno ricche della popolazione non solo fu un gesto di grande umanità, ma anche una grande intuizione imprenditoriale.

Amadeo Giannini dedicava il suo tempo a conoscere i suoi clienti e i loro progetti. Sapeva che una stretta di mano e la parola data di queste persone erano una garanzia più forte di una firma su qualunque documento. E infatti la Bank of Italy continuava a proliferare.

Poi il 18 aprile del 1906 un tremendo terremoto distrusse San Francisco. La città era ridotta in macerie, ma Giannini non si perse d’animo.

Pochi giorni dopo recuperò i depositi e i valori dalle macerie dell’edificio della banca. Li nascose in un carretto di frutta e riavviò subito l’attività in un’altra sede. Ma non si limitò a riaprire gli sportelli: iniziò a girare per le strade, prestando denaro ai tanti che ne avevano bisogno per ripartire. Mentre gli altri istituti di credito chiudevano ancor più i rubinetti, il motto di Giannini fu: “prestiti come prima, più di prima”.

Di nuovo l’instancabile impegno di Amadeo Giannini si incontrava con l’attenzione per le esigenze di chi era più in difficoltà. Fu la chiave di un successo clamoroso. L’ottimismo infuso da questo banchiere atipico e la corsa alla ricostruzione di San Francisco, che aveva attirato imprese e capitale, fecero rifiorire la città e al contempo la banca.

Giannini divenne non solo famoso ma anche molto amato.

La nascita della Bank of America

Nel 1930 la Bank of Italy, oramai diventata una banca con molte filiali e di portata nazionale, divenne la “Bank of America National Trust and Saving Association”.

Nel passaggio di consegne fra la vecchia e la nuova amministrazione, Amadeo Giannini ebbe conferma della sua lungimiranza: si accorse che sui prestiti senza garanzia aveva recuperato il 96% degli investimenti, e quindi, considerando gli interessi, la banca non aveva subìto perdite sui prestiti concessi alle fasce meno ricche della popolazione. Così non fu per i banchieri che avevano concesso prestiti solo ai più facoltosi.

Giannini continuò a darsi da fare per far crescere la sua impresa, ma sempre andando incontro alle esigenze dei meno abbienti, ad esempio inventando la vendita a rate delle automobili.

Il suo obiettivo non era arricchirsi, ma creare una ricchezza che fosse a beneficio di tutti. Nella sua carriera si è autoridotto più volte lo stipendio, rifiutando anche premi di produzione. Pare che in una circostanza avesse affermato – scherzando ma non troppo – che “chiunque desiderasse possedere più di mezzo milione di dollari, avrebbe dovuto correre dallo psichiatra”. Sapeva inoltre che le banche, per salvaguardare la loro funzione di traino sociale, avrebbero dovuto tenersi lontane dalle speculazioni azionarie (“Nessuno di noi speculerà mai sul mercato azionario. Ci dedicheremo solo all’attività bancaria”). Un concetto che andrebbe ribadito a molti… e che non a caso è alla base della storica richiesta del Movimento 5 Stelle di istituire una Banca Pubblica per gli investimenti e di separare banche d’affari e commerciali.

L’attività filantropica e il sostegno alle arti

Amadeo Giannini nella sua vita non ha mai smesso di adoperarsi per contribuire al benessere della società.

Tra i suoi investimenti sono stati tanti quelli che hanno fatto storia. Uno dei più importanti fu nel 1932, quando finanziò senza interessi, la costruzione dell’iconico Golden Gate, convinto che il ponte avrebbe aiutato la popolazione di San Francisco ad uscire dalla depressione economica. Il banchiere fece un’unica domanda al progettista: “quanto è destinato a durare?”. “Per sempre” aveva risposto Joseph Strauss. Tanto bastò ad Amadeo per convincersi. 

Ma Amadeo Giannini finanziò anche, quando nessun altro era disposto a farlo, le prime opere di Frank Zappa, Charlie Chaplin, Walt Disney. Dimostrando sempre una straordinaria lungimiranza, non solo imprenditoriale.

Conclusioni

É un vero peccato che la straordinaria storia di quest’uomo sia così poco conosciuta. Quando si parla di italiani immigrati negli Stati Uniti, il pensiero va subito a personaggi come Al Capone o Don Vito Corleone. Eppure è ben altra la ricchezza che i nostri connazionali hanno portato in giro per il mondo.

Ripercorrere i successi di quest’uomo dalle origini liguri ci fa capire che dovremmo ripensare profondamente il ruolo dei nostri istituti di credito. 

In realtà dovremmo ripensare profondamente anche il modo in cui si fa impresa e come la si sostiene. 

Ci aspettano tempi difficili: l’emergenza legata al coronavirus sta stravolgendo la nostra società e ha profondamente incrinato il tessuto produttivo del nostro Paese. Gli speculatori si fregano la mani, così come hanno sempre fatto, privilegiando i momenti di emergenza. Ricordiamo tutti la terribile telefonata notturna tra Francesco Piscicelli e Pierfrancesco Gagliardi, due imprenditori che non vedevano l’ora di mettere le mani sugli appalti, mentre a L’Aquila ancora si sentiva l’eco della scossa di terremoto che l’aveva appena distrutta.

Noi non permetteremo che si approfitti di questo ulteriore momento di difficoltà. 

Dobbiamo invece farci ispirare da questa storia, e so di non essere l’unica a pensarlo. 

Molte aziende non si sono perse d’animo e hanno già riconvertito la produzione per andare incontro ai bisogni dei cittadini in questa fase emergenziale. Perché è proprio dove sono i bisogni reali delle persone che esiste il terreno fertile per fare impresa, quella sana. 

Una vera impresa può definirsi tale solo se sono tutti a guadagnarci, e non se pochi si arricchiscono sulle spalle di molti. Il fondatore di Bank of America ce lo ha dimostrato: la ricchezza o è condivisa o è solo sfrenata avarizia.

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